Dedalo di roccia incisa nel promontorio che domina la città, le casematte del Block sono il cuore sotterraneo di Lussemburgo: un mondo scavato nelle viscere della terra per proteggere la vecchia roccaforte del conte Sigfrido e renderla inespugnabile.
Oggi, di quel labirinto armato fatto costruire nel 1745 sulle varie fortificazioni, restano infiniti corridoi: oltre 1100 metri quadrati dalle cui aperture si vede un panorama unico. Per goderne sono entrato dalla porta girevole d’accesso e mi sono trovato nella cripta archeologica della struttura.
Si tratta di una vera e propria anticamera didattica dove ci sono i resti del castello dei primi conti di Lussemburgo e dove sono conservate le vestigia della fortezza. Appena scese le scale, inizia il percorso delle casematte del Bock.
Svoltato a sinistra, mi sono trovato nelle cantine inferiori del torrione: dalla feritoia si vede tutta la valle sottostante. Dopo aver respirato il vento, ho proseguito il mio cammino sotterraneo e sono arrivato nella galleria principale.
Qui ho visto le camere dei cannoni private dei loro armamenti. Sono stati tutti smantellati nel 1867 dopo la neutralizzazione del Lussemburgo e la conseguente demilitarizzazione delle casematte del Bock.
A guardarle adesso, così spoglie, fredde e umide è difficile pensare che le casematte del Bock in passato potevano ospitare cinquanta bocche da fuoco e una guarnigione di centinai di uomini.Proseguendo il mio cammino nelle casematte del Bock, sono arrivato all’antica prigione del castello: si trova nella fondamenta della torre. Dalla sua inferriata, si vede molto il ponte della granduchessa Carlotta.
Anche lei come Giuseppe d’Austria, Napoleone il principe Hendrik dei Paesi Bassi e il granduca Henri e la granduchessa Maria Teresa ha visitato questo luogo che nel 1994 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’Umanità.
Camminando un corridoio stretto sono arrivato al pozzo delle casematte del Bock o: 47 metri verticali da cui l’acqua veniva attinta per dissetare i soldati. Tornando sui miei passi, ho visto le stanze di roccia che hanno ospitato il fedmaresciallo de Bender.
Il militare ottantaduenne visse qui durante l’assedio del 1794-95: la sua “casa” aveva una camera da letto, lo studio e una piccola anticamera. Dalle inferriate lo sguardo abbraccia la vecchia Lussemburgo, antica e bellissima.
Dopo aver superato la galleria per le mine per far saltare una parte delle casematte del Bock, sono entrato nella Batteria del Grund: qui, ieri, gli otto cannoni sparavano alternati tre colpi all’ora. Oggi si mettono in scena opere avanguardiste.
Per finire il giro, anziché prendere la scala a chiocciola e passare sotto la strada, ho preferito uscire sul Ponte del castello: da qui la vista della città è meraviglia che riempie gli occhi in un solo sguardo.
Per approfondire:
Wikipedia
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